21 marzo 2020

KACZYNSKI EDITIONS

Certo che le uscite della Kaczynski, per la complessa struttura, mettono davvero in seria difficoltà il condominio. Rilasci oltremodo ostici come ascolto, adatti ad un pubblico assai ristretto di ascoltatori, ma ciò non significa che non debbano ricevere perlomeno un segnalazione. Qui, appena sotto, troverete qualche dettaglio (e spero comprensibile) degli ultimi due primaverili rilasci.

RANTER'S BAY & PABLO ORZA - Heimarmene

 - Ἑιμαρμενη -

Heimarmene (Ἑιμαρμενη), il destino, il fato, insomma: tutto è già stato scritto, tutto, prima o poi, accadrà. Questo racconto è la collaborazione fra Niet F-n (alias Ranter's Groove nonché titolare della label) e il chitarrista galiziano Pablo Orza. Trattasi di impro-music, onestamente aspettavo qualcosa di molto più arduo e complesso (inteso come collage di ritagli e schizofrenia), in realtà, si lascia ascoltare con disinvoltura, spesso adottanto soluzioni quiete ma metalliche al tempo stesso, avvicinandosi più a metriche (sempre che ne esista una) da musique concrete. Per molti potrà sembrare caotico, ma così non è, l'impressione che ho avuto è quella di un incastro di suoni/rumori (sgradevoli a molti ma non al sottoscritto) ottimamente riuscito. Ho immaginato la registrazione in una sorta di camera piccola e buia, dal pavimento tagliente e scivoloso e con le pareti ruvide tipo grossolana carta vetrata.  
Heimarmene è come realizzare un puzzle raffigurante un limpido e oscuro cielo stellato: se provate a costruirlo dal centro risulterà una impresa, se invece partite dai bordi o spigoli tutto filerà liscio. Rilascio pubblicato in versione cd a 100 copie, 70 in digipack e 30 edizioni speciali curate dalle stesso Orza. 


TAPE SESSIONS - The Commercial Tape (kERN_BATIA HASAN)

- The Commercial Tape -

The Commercial Tape è il secondo capitolo della serie denominata Tape Sessions. La sfida questa volta è fra kERN (Matteo Barsotti) e BATIA KASAN (ovvero Mattia Ferrarini, già componente del ritualistico collettivo Dolpo). Quello che colpisce nell'immediato ascoltando kERN è quella sorta di artitmia, o meglio, disconnesso ritmo (Nuala), tanto che poi in seguito ti aspetti un discreto movimento, ed invece, per certi versi, nelle restanti altre due tracce assume un retrogusto tetro e cinematografico, un po' da film horror, specialmente in Daphne. Batia Kasan, invece, nelle prime due tracce, le tonalità prendono una forma grezza e acuta e una sostanza, oserei dire, lisergica. C'è poi quell'effetto (per molti fastidioso ma che io adoro) da raschiatura auricolare, soprattutto nel finale di Entrepreneurship. Non so quanti di voi hanno di recente eseguito un esame audiometrico tonale, ecco, io sì, causa labirintite, tanto che nella breve composizione di Commodity Fetishism l'immagine sensoriale ricevuta è stata grosso modo la medesima, ovvero: la ricerca di ogni singolo (in questo caso molto più prolungato) impulso sonoro, dal più acuto al più basso. La catastrofica e malvagia chiusura di soli trenta secondi è poi qualcosa di geniale e irritante: un coito interrotto, grazie mille (sorrido eh). Edizione in cassetta limitata a solo 25 copie custodite all'interno di una originalissima confezione. 

14 marzo 2020

GASPAROTTI - Istantanee [DioDrone, Dorwald, Il Dio Selvaggio, 2019]

- Istantanee -

Che siano per sempre benedetti i periodi di quarantena! Già, perchè si riesce a trovare un pochino di tempo libero da dedicare agli ascolti e, conseguentemente, ai nostri soliti e strambi racconti. 
Il lavoro che verrà (mal)trattato ci è pervenuto dalla bassa Lunigiana da Gabriele Gasparotti: musicista sperimentale, videomaker e tante altre belle cosine. 
Sul finire dello scorso anno, in un'epoca precedente al Covid-19, esce Istantanee (peraltro parole che da queste parti piace moltissimo), però Vol.1, che vale a dire: aspettiamoci altri capitoli. Perchè il buon Gasparotti ha scelto come titolo Istantanee? Semplice: è la trasposizione del concetto di fotografia analogica - dove quell'attimo impresso su pellicola non potrà mai più essere alterato se non tramite l'utilizzo di apposite attrezzature che influenzano la luce - applicato ai propri studi sperimentali sulle capacità di espressione degli strumenti, e fin qui tutto abbastanza comprensibile, anche perchè, grosso modo è la spiegazione che lo stesso dà del proprio lavoro.

Rimanendo in tema di istanti (traduzione: l'arrivo degli improvvisi e deliranti suggerimenti mentali), e visto che la presa diretta piace, con blocknotes e matita in mano, cercheremo di analizzare passo passo, trasformando le sonore istantanee, nelle consuete lisergiche impressioni. Così, con cuffia ben posizionata nel padiglione auricolare, serrande ovviamente giù modalità intimidazione e crepuscolare e miciona che dorme beata, cominciano ad arrivare i primi impulsi neuronali. Dalle primissime gocce di elettronica si percepisce immediatamente una struttura vintage. L'effetto iniziale da frustata elastica e l'inquetante melodia da film giallo-horror indiscutibilmente gobliniana (n°1) lascia il passo a impercettibili accenni di sonorità grezze e ruvide che riportano a sbiadite soundtrack di pellicole di fantascienza anni '50: il rumore di un malandato cuore pulsante, il suono valvolare di una aritmia generata dallo sfregamento dei due ventricoli cardiaci (n°3). Le geometrie marcatamente etnico-ambient (n°2) che dipingono e sonorizzano lo scenario con colorazioni floreali, finendo per saturare e igienizzare l'atmosfera con vegatali molecole emesse da un rigoglioso giardino botanico (n°2), non permettono ai nocivi batteri ricoperti di lugubri membrane di infettare l'asetticità del contesto attraverso le proprie vibrazioni lunghe, meste e apocalittiche (n°8). 
Ritmiche esotiche dai toni melodrammatici (n°9), innovative techiche meno invasive di agopuntura (n°10) e malinconiche e sfocate cartoline dai tratteggi color fondo di bottiglia rotto (n°11), anticipano la chiusura del disco attraverso tiepide sfumature disturbanti per la mente, ed infatti, ho avuto, appunto, l'istantanea di un deserto e silenzioso parco giochi per bambini che, privo delle gradevoli e intime melodie, viene sopraffatto dalle rifrazioni sonore e dalle glaciali litanie emesse dalle grigie costruzioni in cemento armato che lo circondano (n°13).

Istantanee, per la ricercata purezza dei suoni e per la marcata attitudine retrò, per certi (molti) versi ha ricordato un live di qualche anno fa tenutosi a Torino di un altro genio delle sperimetazioni elettroniche, ovvero Thighpaulsandra. L'album lo potete trovare in vinile e cd presso tutte le edicole, ooopps, no, solo attraverso la Dio Drone, la Dornwald e Il Dio Selvaggio, e in questi periodi di quarantena, da reclusi in casa, è sicuramente un ottimo ascolto.

6 marzo 2020

CAMILLA PISANI - Frozen Archimia [Midira, 2020]

- Frozen Archimia -

Dunque, eravamo rimasti all'intervista di inizio anno in cui l'artista audiovisiva Camilla Pisani preannunciava l'imminente nuovo lavoro. Ve lo dico subito, così evitate anche di leggere le strambe impressioni derivanti dall'ascolto: non vi è la minima traccia di alcuna polvere sottile, è candido e pulito quanto la neve che si scioglie dai ghiacci accumulati nei millenni nella banchisa polare, in poche parole, stupendo.

L'abum si intitola Frozen Archimia. Giuro che quando lessi per la prima volta archimia, ho pensato ad una romanizzazione del termine alchimia, ed invece, è un trattato sonoro (e mentre vi scrivo sto già immaginando la parte visiva) riguardante lo stretto rapporto fra musica e architettura. Pensavo alle rotondità, alle geometrie sinuose di Gaudì, qui però, essendo più mccanici manovali che architetti - tant è che adoriamo le cuspidi, gli archi a sesto acuto e i gargoyle, insomma il gotico - il primo brutale approccio mentale è stato immaginare la semplictà degli eschimesi durante le costruzioni degli igloo, già, perchè l'album racchiude, nella sua interezza, il candore del bianco, l'aspetto glaciale artico e antartico, la purezza del ghiaccio e la limpidezza del cielo che sovrasta l'abitazione stessa. Quel ritmato, o meglio, quella sorta di rituale da scalpellino che incide e batte il ghiaccio per modellarlo nelle corrette forme in modo tale da incastrare alla perfezione ogni singolo blocco, nonché quel impercettibile e morente sussurro di Music Makes Victims, quietano e tranquillizzano tutte le abusive voci che albergano il violaceo condominio, e ho detto tutto.
Nonostante comunque possa sembrare pacato e senza picchi improvvisi, si percepiscono sonorità tendenti all'apocalittico o da catastrofe naturale, tipo un terremoto, specie nelle tracce The Father's Grip e While We Sleep You Hug Me From Behind, il finale insomma, ma state tranquilli, l'architettura di Frozen Archimia è ben solida e ha della corpose fondamenta che affondano (o affogano?) su spessi strati di drone al gusto di cemento armato: può vibrare, può oscillare, ma non cade, e questo perchè ascoltando tutto il disco avrete la sensazione di fluttuare su soffici cuscini di gomma piuma.

Audiocassette dal glaciale colore, 50 copie, Midira Records, mastering di Marie_e_le_Rose, ovvero, come affidare il proprio bene di valore nelle mani di un residente russo recluso all'interno di un bunker antiatomico sovietico: sigillato, assicurato e inviolabile.

5 marzo 2020

LIG.OT - Orgaless [Autoproduzione, 2020]

- Orgaless -

Primo rilascio fisico per Ettore Brancé da Pistoia alias Lig.Ot. Il lavoro in questione si chiama Orgaless, realizzato assieme alla presenza di illustri collaboratori come Cult Of Terrorism, Alexia Robbio (nota anche come Sbrilly Sbratti) e Camilla Sharon Chiusi.

«Un attacco di panico è un episodio improvviso di paura intensa che scatena gravi reazioni fisiche, quando non vi è alcun pericolo reale o causa apparente»

Già, proprio così, Orgaless è un approfondito e accurato trattato sonoro riguardo, appunto, le crisi emotive (e non solo) dovute al panico, del quale lo stesso autore ne soffre da almeno un decennio, e Noi, condominio al completo, gli crediamo sulla parola. 
Poi però pensavo, ma Orgaless vorrà mica significare assenza, distruzione, interessamento di determinati organi umani? No, perchè i titoli di alcune tracce lo lasciano ipotizzare. E così troviamo nei Polmoni quel lungo e ipnotico pulsare aerobico dai tratti (quasi nascosti) grezzi e corrosivi. Sbaglio o da qualche parte avevo letto rumori curati da Alexia Robbio? No, perchè sembrerebbe che l'aiuto degli Occhi di quella minuscola e glitterata performer con base a Roma abbia portato alla costruzione di una strana geometria elettrica, glitch e carillonesca, una sorta di glitternoise. Laddove, invece, entra in gioco il Cuore di Cult Of Terrorism, spesso e volentieri sprofondiamo (e talvolta affoghiamo) in quieti e oceanici droni di intensa intimità emotiva. Per alleviare gli estremi sintomi della crisi di panico, et voilà, ecco a voi una nerissima e pesante pillola fatta di vulcanica Lava (digital tribute degli introsferici Sunn O))): e diciamo che come farmaco ansiolitico non è proprio il più consigliato (onestamente non l'avrei inserita nell'album, che è già bello di suo, insomma, l'ho trovata fuori contesto).
Sostanzialmente è un disco a base drone-ambient, si vede che la scelta è caduta più sull'analisi clinica degli attacchi (la mia immaginazione porta dritto alla breve e quasi lacrimevole traccia Conchiglia) anzichè descrivere l'aspetto esteriore e visivo, ovvero l'improvvisa ed epilettica manifestazione del trauma (ma è solo una mia percezione, non ci azzecco mai).

Come debutto ufficiale non è affatto male, consiglierei l'ascolto a chi soffre di ipertensione ma anche ai malatti cronici di insonnia. Orgaless è una autoproduzione, oltretutto ben fatta, e in quanto tale va supportata con l'acquisto di una delle trenta unità prodotte.