10 aprile 2023

CAMILLA PISANI - Phant[as] [Aesthetical, 2022]

- Phant[as] - 

Da misantropo senza più speranze, non vi sto a dire quanti moltissimi privilegi si hanno dallo stare lontano dai social network ma soprattutto dagli umani, va però anche detto che, ahimè, c'è anche qualche svantaggio, come ad esempio dimenticarsi delle uscite discografiche di musicisti/artisti a cui tieni particolarmente. E così, dopo qualche mese, ti fai la domanda: dai, andiamo a vedere se la Camilla Pisani ha tirato fuori qualcosina di nuovo?

Toh! Eccolo, ed  è uscito sul finire del 2022 per la Aesthetical (sublabel della Cyclic Law) in digipack cd limitato a 300 copie. Titolo Phant[as]: ovviamente preso al volo (anche per la scelta dei titoli che hanno le tracce). Beh, che vi dobbiamo dire, album un pochino lungo (circa 70 minuti, e sono tanti davvero eh) ma che tempo un attimo ti accorgi che è già finito e tocca riavvolgere il nastro (oops, deformazione psicopatica da vecchio utente anni Ottanta). 

Dammi tre parole diceva una famosa canzonetta: evocativo, immersivo e catartico. Non so se è merito delle mie nuove cuffie audio, ma quello che lascia senza parole è la finitura e gentilezza (i britannici direbbero cleaning) dei suoni, delle carezze così vellutate l'avevo solo assorbite dal live di Thighpaulsandra (e il riferimento non credo sia casuale). Poi, vabbè, alle introduzioni spesso velate da impronte dark-ambient, ti flagella il neurone con i ritmi e sintetici martellamenti, presi in usucapione probabilmente dal progetto parallelo Blue Like A Paradox. Un diario di viaggio fantastico, nove tappe fotografiche sotto forma di nuovi solchi sperimentali in[quadrati] ascetici dalle cornici in bianco e nero. Onde psichiche, anzi, scie chimiche, che sondano il il metasonico e varcano i confini del subconscio. 

Lavoro notevole, gli amanti dei Zoviet_France, dei Maeror Tri e degli Hunting Lodge apprezzeranno sicuramente. 

Unica pecca: è vero che si compra a tuuti gli effetti l'audio, ma altrettanto si acquista un oggetto fisico, quindi un digipack un tantino più ricco di informazioni sarebbe stato gradito...

26 marzo 2023

DAMĀVAND - As long as you come to my garden [Die Schachtel, 2023]

- As long as you come to my garden - 

Nuova uscita discografica per la Die Schachtel. Damāvand è un nuovo progetto artistico/sonoro formato da Gianluca Ceccarini (elettronica, oggetti elettroacustici, field recordings, tar) e Alessandro Ciccarelli (elettronica, oggetti elettroacustici, trombone, cornetta, tromba). 

Titolo dell'album è  'As long as you come to my garden' e nasce, vuole essere e lo sarà un omaggio ai versi del poeta armeno Sayat Nova e ispirato dal film culto russo di fine anni Sessanta  'The color of the pomegranates' del regista Sergei Parajanov. Registrazioni ambientali e visioni oniriche che spaziano dall'ambient al noise impreziosite dalle letture di alcuni versi del poeta armeno recitate in persiano da Nahid Rezashateri. Quello che prevale (volutamente direi) in tutte le sei tracce è la forte impronta orientale e asiatica, dovuta perlopiù al tar (strumento a corde di origine persiana). Voci sublimali, invasive, sonorità e richiami ancestrali, minareti, musicalità e armonie da Medio Oriente che si intrecciano con abrasiva elettroacustica da reparto psichiatrico, quello del primo piano in fondo a destra. 

Liturgie e misticismo rituale, meditazione, scrostante cattedralismo religioso e industriale paganesimo che fuoriesce dalla ruggine di tubazioni di impianti petrolchimici sovietici sepolti da tonnellate di compost sulfureo sottoforma di litanie pseudo sataniche (Part 5).

Edizione vinilica pronta ad uscire per Die Schachtel, che è tutto dire.

25 marzo 2023

BLUERING ELECTRONICS - Anarres_ Athshe [Elli, 2023]

Vorrei scrivere di più, soltanto che ultimamente siamo un pochino pigri. Comunque sia, giusto due righe, di quelle incomprensibili, le sciveremo ugualmente. Il lavoro in oggetto porta il nome di Bluering Electronics, che è quel che si definisce ensemble, un ampio collettivo di artisti a dire il vero, e li cito tutti: Dario Arrighi, Cristiano Bocci, Alessandro Ciccarelli, Gabriele D’Italia, Andrea Fabris,  Giovanni Falascone, Marco Fiorini, Alessandro Gambato, Marco Luparia, Francesco Monaci, Davide Palmentiero, Giuseppe Pisano, Paolo Possidente, Filippo Rustichini, Davide Vannuccini.

Tutti artisti, musicisti e compositori di musica elettronica di diversa provenienza e formazione e che hanno dato forma, struttura e sostanza al manifesto del BlueRing Improvisers, ovvero: mettere al centro del proprio campo d’indagine la ricerca sul suono nelle sue fasi compositive/esecutive e l’improvvisazione in ambito elettronico ed elettroacustico, per sperimentare nuove formazioni orchestrali fluide, in cui gli strumenti acustici ed elettronici possono confrontarsi dialetticamente (citazione).

Si presentano al pubblico con l'imminente uscita per l'etichetta francese Elli Records  con un doppio Ep (Anarres e Athshe) e che (Noi, collettivo di malattie) proveremo a dare una personale e aliena interpretazione alle otto tracce che lo compongono.

 
- Anarres - 

Corrente elettrica alternata, disfunzione, dispersione di flusso, puntali satellitari, circuiti on-off elettromagnetisco e positroni impazziti. Musica da cucina che si trasmette in filodiffusione all'di una astronave spaziale. Escoriazioni e particelle organi[che] interconnesse fra strati di materia oscura intergalattica. Impedenze, litio e wormholes da microchip elettronico: decisamente più caotico, ma tenuto con curo sotto controllo.

 
- Athshe - 

Ambient dronico e metafisica orchestrale. Striduli metallici e martellamenti da carpenteria pesante mescolata a programi basic per macchine utensili a controllo numerico, generatori di corrente trifase raddrizzata ad onda intera e pistoni pneumatici. Acuti richiami di rituali industriali e stregoneria post-voodoo.

Per gli amanti della subilme elettroacustica e perchè no, anche a quelli che adorano follemente la musica concreta. L'unico mio rammarico e non leggere fra quei nomi nessuno di sesso femminile, eppure qualcuno che a mio avviso poteva entrare nel contesto ci sarebbe stato, così di getto: Maria Rosa Sarri (Moon Ra e Monologue) e Marta Zapparoli.

Comunque sia: lavoro davvero notevole. Tra poco online su: Elli Records

29 dicembre 2022

AYN & MARLEN UND MARLEN - From the floor below [Toten Schwan, 2022]

- From the floor below - 

Cominciamo dalla fine. L'album From the floor below del duo Ayn & Marlen Und Marlen è strabello. [Synt]h_etizzando: usando tre semplici parole svedesi (prese in usucapione dall'act industriale/dark-ambient scandinavo Analfabetism) potrei inserirlo nel box catramoso della mia insana mente con la dicitura Enslighetens Förbannade Avgrund (che pare voglia dire banalmente solitudine). Eh boh, visto che in questo periodo di qualche millennio fa (pare) nacque qualcuno di importante ma che poi finì male, facciamo rinascere ancora una volta queste pagine stimolando la pigrizia del condominio scrivente.


Una cavernosa ed ectoplasmatica introduzione (Catabasi) non lascia presagire nulla di allegro (e meno male). Allora proseguo, e con molto piacere, vengo assuefatto (e distrutto moralmente e fisicamente) dalle tonalità fugaci e malinconiche di My body made of nothing: traccia per certi versi perfino dannatamente transilvanica, e poi adoro il cantato femminile da litania baudeleriana. Insisto, e voglio farmi ancora più male con quei soffocanti sospiri e rimandi a tematiche cinematografiche (Never come back: la mia canzone preferita senza alcun dubbio): mi verrebbe da dire tra i più malsani tratti dei Bauhaus (Double Dare) e immagini delle teste mozzate e lame insanguinate del maestro horror Dario Argento.
Frammenti di sonorità esoteriche e, volendo, neoclassiche e romantiche, si aggiungono e si mescolano a traiettorie di sintetizzatori che disegnano e alimentano una arcana e suggestiva nera magia. Sperimentazione legata all' universo ambient (Anabasi) che strizza l'occhio ad eteree e sbiadite cartoline folk-noir (Immutable black): un suono, anzi, un intero lavoro, che si lascia ascoltare facilmente (nonostante la sua lunghezza) mantenendo sempre quella lucida follia, drammaticità e autolesionismo dark. Impatto estetico/visivo dell'oggetto fisico: a dir poco strepitoso!

Darkwave malatissima e oscura, assolutamente per anime in_[quiete], come collocazione misto sonorità, tematiche visive, rituali, abissi, profondità e buio, senza dubbio Cober Ord e Les Jumeaux Discordants. L'album è uscito in quel di novembre del MMXXII in digisleeve cd edizione limitata a 100 copie per, manco a dirlo, la Toten Schwan.

7 maggio 2022

TESTING VAULT - The living, the dead, the sleepers and the insomniacs [EeeE, 2022]

- Testing Vault - 

'After you're done, examine your environment for any abnormalities, shades or orbs'

... e Noi ti abbiamo preso alla lettera caro Dani alias Testing Vault: artista poliedrico, scrittore, pittore e, ovviamente, musicista (se non siete pigri, potete leggere ulteriori info sfogliando all'indietro queste pagine).

Atmosfera zero, da intendere come assenza di gravità ed estraniante, anzi, direi più alienante (più avanti capirete il perchè). Ecco, se dovessi descrivere The living, the dead, the sleepers and the insomniacs (300 copie in digipack cd rilasciate dalla svizzera EeeE, la nuova etichetta del Vasco Viviani già incontrato in passato con la 'vecchia bicicletta') in poche parole userei quelle. Scandagliandolo minuziosamente e immedesimandomi nel titolo, ho avuto come la percezione di essere rinchiuso dentro una camera a vuoto per viaggi interstellari, sì, proprio quelle dove sei in una stato dormiente per un lungo periodo e vieni risvegliato in prossimità della destinazione finale. Peccato solo che la mia  ha disfunzionato risvegliandomi a metà percorso in modo tale da potere ascoltare il suono del silenzio, del vuoto (nonostante nel vuoto le onde sonore pare non si propaghino, ma la mia è solo immaginazione), dei scricchiolii metallici dell'astronave, le pulsazioni cardiache emesse dai software che monitorano il sistema informatico, le seghettate microesplosioni nucleari del propulsore, fino ad arrivare a percepire i cartavetrati urti della microscopica polvere cosmica e il rumore degli atomi di ossigeno che si congelano al contatto con superfici più gelide.

Un infinito oltreverso da raggiungere, poco importa che siate vivi, morti o dormienti, il qui presente melange di musica concreta, dark-ambient, post-industrial teutonico (penso ai Craniocalst e Das Syntetische Mischgewabe) e una possente matrice cinematica da film fanta-horror (personalmente non starebbe male come soundrack per un nuovo capitolo della saga Alien, vedi sopra) vi terranno comunque insonni.
Appunto: corpi catatonici, il riferimento all'interno del booklet ci sta tutto, e per uno che in passato scrisse una monografia su Zero Kama, questo lavoro non può che renderlo entusiasta. Acquistandolo circa due settimane fa direttamente alla fonte con tanto di autografo, direi che ci siamo fatti un bel regalo di compleanno. 

Complimenti davvero carissimo Dani: anche perchè, tra le altre cose, in cuffia suona tremendamente pulito e bilanciato, il che significa una ottima registrazione nonché una superlativa conoscenza dei suoni.

Disco del mese? Naaaaa, mi sa dell'anno (almeno finora).