13 ottobre 2020

CALLIOPE - 2000 persone

- Calliope - 

Mi sa che questa non è una vera e propria webzine, a fatica si cerca di non farla morire, e quindi scriviamo ancora due righe. Non rientra molto nei nostri canoni di ascolto con conseguente delirante pseudo-scrittura (leggasi noise et sonorità distrubanti) ma qui si è sempre curiosi, soprattutto in ambito musicale, e comunque la mail che è arrivata ci sembrava interessante.

La giovane e promettente ragazza che vedete nell'immagine è Tamara Macera, in arte Calliope, e '2000 persone' è il titolo del suo ultimo singolo, il quarto per essere precisi, tant è che di rimbalzo sono schizzato a vedere/ascoltare i tre precedenti. Curare testi e musiche non è cosa da poco, musicalmente quest'ultimo non si discosta molto dagli altri e tantomeno dai capisaldi del punk-rock, in poche parole: adrenalina nel cantato, batterie super aggressive e breve minutaggio che si aggira sempre intorno ai tre minuti.

Nella mia tana di pietra e cemento
Sulla mia strada duemila persone
Ferite, ferite.


In '2000 persone' però l'ossatura nascosta (ovvero quella intimidita e offuscata dal tasso adrenalinco che sale) sembra virare dai toni di ribellione punk-rock anni Novanta (così a memoria ricordo i Prozac+) ad un più cupo post-punk anni Ottanta, anche se, a dire il vero, le decadenti note introduttive di Obl_Io lasciavano già intravedere all'interno della giovane artista un'anima malinconica vogliosa di uscire e urlare (appunto: ferite). Ascoltando Calliope è come se avessi fatto un salto nel passato, ovvero quando rimasi fulminato da Lili Refrain, che per certi versi anche lei cominciò con chitarre e sonorità post-rock per poi nel tempo far prevalere la propria anima oscura tramutando il tutto in sperimentazioni, anche vocali: ecco, personalmente (ma è solo questione di gusto) non mi dispiacerebbe percepire in futuro qualche novità in più. Ma siamo agli esordi, non chiediamole troppo, in fondo, che fretta c'è, ne sentiremo sicuramente ancora parlare. La mia certezza sta nel fatto che la nostra artista sembra crederci parecchio in quello che realizza, visto che carica le proprie canzoni con sfrontatezza, rabbia e intensità emotiva, come se volesse lasciare un marchio indelebile o testamento sonoro.

Chiusura condominiale: personalmente mai vorrei identificarmi in 2000 persone, deve essere traumatico, per cui mi accontento di sopportare i litigi e screzi dei tre omini verdi che albergano abusivamente la mia derelitta scatola cranica. 

Ma adesso trovate un po' di tempo e ascoltatela.

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