- Joi, Solatz e Dolor -
Due righe veloci però le voglio scrivere. Non di dilungo più di tanto coi cenni biografici poiché ormai sono una valida e nota realtà musicale dell’italico (e mi sa non solo) panorama neofolk-indipendente. E così, la quarta e ultima fatica musicale (si fa per dire, secondo me si divertono davvero tanto) dell’ormai collettivo Murmur Mori si chiama Joi, Solatz e Dolor, ed esce per la Stramonium e Casetta in formato Cd, corredato come al solito da un gustosissimo booklet di ben 12 pagine.
Accattivanti filastrocche dagli spensierati e amorevoli rimandi alla bellezza della natura. Melodie folk dal timbro medievaleggiante, dei giovani menestrelli in cerca di un nuovo padrone a cui chiedere di poter cantare in tranquillità le proprie gioie, sollazzi e dolori. Canzoni ricercate a livello strumentale, ottimi come al solito testi e parti vocali, insomma: fortificate con amore, è sempre una immensa gioia ascoltare le loro soavi armonie.
Una collaudata formula che non ha ancora fallito un colpo. Un discreto lavoro, tutte tracce che si lasciano ascoltare gradevolmente, con quel forte prurito o voglia di riascoltarle immediatamente dopo, ecco, magari non in casa, ma viaggiando con la mente, pensando di passeggiare al crepuscolo tra le rovine di un castello abbandonato o fra le strette vie di un antico borgo medievale bretone, filosofeggiando formule magiche, sorseggiando del buon sidro e respirando aria druida.
Visto che li seguo fin dagli esordi e posseggo fisicamente tutti i loro lavori, se devo fare una sorta di classifica, lo ritengo un gradino sotto a Radici (tra i migliori dischi italiani che abbia ascoltato negli ultimi anni), anche perché canzoni/melodie come La tomba nel Busento o Il gomitolo Rosa ti rimarranno nella testa a vita. Ricordandovi che una parte del ricavato delle vendite verrà devoluto al fondo forestale, per il resto:
affidabilità top!
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