- Tales of Forsakenness -
Ed eccoci qui, in un'afosa e bollente giornata d'agosto, a commentare il nuovo lavoro di quella che, a questo punto, possiamo certamente definire la componente 'Muta del Mulo', ovvero: Joel Gilardini. Il titolo del nuovo album è davvero molto intrigante (Tales of Forsakenness), tanto che quando le tematiche affrontate si focalizzano sul concetto di abbandono (in questo caso luoghi o edifici), tutto il violaceo condominio diventa letteralmente euforico.
L'introduzione è di quelle che lasciano senza fiato (Stranded Giants). Dark-ambient spettrale, riesci perfino ad immaginare l'intenso odore della bruma norvegese che sale e si diffonde poco per volta nell'intera aera del Sognefjord, avvolgendolo in una inquietante e tenebrosa atmosfera preannunciando l'imminente scontro dei giganti che risiedono nel frozen Valhalla.
E Prioprio perchè il disco è un insieme di racconti, il proseguio non è da meno, un susseguirsi di più o meno lunghe saghe vichinghe contraddistinte da paesaggi sonori che descrivono sanguinolente ed epiche battaglie combattutte in cattedrali di cristallo, anzi no, in limpido ghiaccio artico (A Frozen Cathedral), e da rumoristica 'doom' da fabbro, un'antica metallurgia che prova l'effettiva esistenza di quel tetro, misterioso e minaccioso sottobosco nordico abitato da Hobbit, Elfi, Gufi e... Puffi (Artificial Owls). E mentre sognanti, eterei e infiniti droni scrostano la ruggine di un fatiscente e desolato complesso industriale (Parched Harbours, Concrete Ghosts_ Mausoleum) come fossero leggere carezze trasportate da abrasive folate di vento, in un microsecondo si viene catapultati all'interno di una opprimente camera iperbarica a sua volta contenuta in una gabbia di Faraday, ed obbligati ad ascoltare impotenti il suono/rozio del 'finto' silenzio generato dal passaggio dell'elettricità nelle fitta rete metallica esterna (Acoustic Mirrors).
Infine, la mesta chiusura non fa altro che amplificare quella struttura frastagliata da morenti squarci industrial: un racconto di attuale desolazione, un'anima, neanche poi troppo nascosta, malinconica (Majestic Solitude).
Se non sapessi che tutto ciò proviene da territori e menti italo/svizzere avrei senza alcun dubbio ipotizzato quel gelido scenario ambient di derivazione scandinava, penso a Raison d'Etre ma (forse) a lavori più prossimi a Desiderii Marginis. Con queste decandenti sonorità qui si va sempre sul sicuro, davvero un ottimo lavoro signor Gilardini, complimenti. Tales of Forsakenness esce per la Endtitles in formato cd limitato a solo 100 copie. Potreste avvertire sensazioni di freddo, portate un maglioncino e buon viaggio, anzi, buona lettura.
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