- Lithium Salt -
L'approccio con cui comincio a scrivere queste poche righe è lo stesso di quando trattai una quasi sconosciuta Caterina Barbieri. Tutto ciò è dovuto a Camilla Pisani (al quale auguro la stessa fortuna artistica che sta avendo la giovane musicista bolognese), che scopro ora per la prima volta, merito della unione artistica con il (quasi) mio concittadino Edorardo Cammisa alias Banished Pills, nonchè l'oscuro personaggio che si nasconde dietro l'etichetta indipendente Sounds Against Humanity. Più navigato quest'ultimo mentre è alla seconda prova la Pisani. Collaborazione che esce in trenta copie: audiocassetta glitterata - o se volete, puntinata di stelle - accompagnata da un gradevolissimo artwork.
L'album si chiama Lithium Salt, e vabbè, giochiamo in casa, giochiamo con la chimica: mai dare da bere a un acido! Ho cercato quindi di scoprire dove fossero le componenti aggressive e riflessive di questo lavoro, anche perchè, leggendo il concept e dopo il titolo non potevo fare altrimenti. Ricontrollando la tavola periodica degli elementi ho notato qualcosa di insolito, ed infatti, è un po' strano che il Litio, con quel suo potere antidepressivo per la mente, sia circondato da metalli esplosivi come l'Idrogeno, il Sodio e il Magnesio, e filtranti come il Berillio (penso alle placchette utilizzate in radiologia industriale per, appunto, filtrare le radiazioni nocive al contrasto e alla qualità del prodotto finale).
Non è un caso se quei sali sono prescritti come cura per il Disturbo
Bipolare, e detto ciò, nel proseguire con l'ascolto si riscontrano in
questo lavoro proprio le caratteristiche sopracitate: in verità pochi gli sbalzi d'umore, ma comunque presenti, ma tutte le atmosfere partono da frequenze ultrasonore e terminano in reticolari onde
elettromagnetiche, soprattutto in «food is our cancer - all the songs played when we were hungry».
Dopo aver inserito il tape, premo il tasto play, ma non sento nulla, eppure il conteggio è partito. Ma che piciu:
non lo sai che il drone-ambient va ascoltato rigorosamente in cuffia? e
peraltro me l'avevano perfino consigliato!
Dunque riprovo, finalmente
un flebile e corpuscolare suono fuoriesce dagli auricolari: ed è come navigare fra le infinite striature cosmiche emesse dalla materia oscura di cui è composto l'universo.
Quei quasi due minuti di silenzio assoluto della traccia iniziale servono ad amplificare quei dronici e gelidi ghiacciai antartici prossimi alla rottura preannunciata dapprima da impecettibili rumorini somiglianti alle crepe che si formano quando c'è una brusca dilatazione termica, poi, da quella sorta di effetti sonori da sterilizzazione che si manifestano quando versiamo dell'acqua ossigenata sopra una vistosa escoriazione della pelle.
La traccia finale, infine, ha con tonalità decisamente più bassa, suona distorta, metallica e quasi morente, in certi istanti perfino isterica, come se provenisse da un organo rotto ingabbiato dentro una bobina di Tesla, daltronde il titolo «approximate study of a human mind» lascia presagire qualcosa di chiuso e di asfissiante. Brano lungo e tecnicamente ben assemblato, il mio preferito in assoluto, in particolar modo dal minuto quindici, quando assume una forma lobotomica, ecclesiasticamente invasiva e mentalmente vermicolare: concept sonoro perfettamente azzeccato.
Lavoro più che buono, sarebbe stato ottimo se ci fossero state più variazioni sul tema, insomma, avrei preferito sentirci qualcosa di più instabile, come quei disturbi condominiali da subconscio, quelli che ti svegliano in piena notte, ma son solo questioni di gusto, tranquilli.
Qualcuno, e soprattutto gli autori, si staranno chiedendo se il condominio HgM ha gradito, ebbene, vi rispondo con una storiella o metafora: quando secoli fa andavo a scuola, il professore di Meccanica e Termodinamica utilizzava come forbice di votazione dal 5 al 7, se per caso ti dava quello più basso, state pur certi che non era un bel voto. Ecco, qui, il buon Mazzarino, gli avrebbe dato un qualcosa tendente al 6.5.
Supporto et... buon ascolto!
Nessun commento:
Posta un commento