17 dicembre 2016

PHILIPPE LAMY & MONOLOGUE - Blu Deux [Phinery, 2016]

- Blu Deux -

Non è la stessa cosa, molti dettagli si perdono. Odio scrivere ascoltando da un file o, come in questo caso, direttamente dalla pagina bandcamp della meravigliosa etichetta danese Phinery. Per cui non vediamo il momento di avere tra le mani quel maledetto feticcio anni Ottanta e che qui amiamo davvero tanto, ovvero l'audiocassetta, così nell'eventualità di aver scritto delle cavolate, dopo, si può sempre rimediare. Eh già, preferiamo l'ascolto derivante dall'oggetto fisico perchè dietro c'è tutto un rituale che parte dal pigiare il tasto play fino ad arrivare a sentire l'odore della cover e del nastro magnetico... oltre al fatto che ci ricorda molte storielle d'infanzia.

Non ci è dato sapere se Blu Deux è uno split o una semplice collaborazione con il francese di Tolosa Philippe Lamy; di certo, qualunque cosa esso sia, possiamo solo constatare che è un'altra operazione ben riuscita per la polistrumentista e musicoterapeuta - sempre meglio ricordare queste info - fiorentina Maria Rosa Sarri, questa volta con lo pseudonimo MonoLogue.
Considero il glitch una sonorità quasi glaciale, una sorta di rumore che si genera all'interno di minuscoli cristalli di ghiaccio quando i loro atomi vengono fatti vibrare da elevate e istantanee fonti di calore fino ad esplodere. Diciamo che è un lavoro che non scalda i cuori o gli animi, o meglio, non in quel senso, e mi riferisco ad esempio al brano Chiudi gli occhi e guardami, ma se il risultato è quello di criogenizzare i muscoli e le emozioni attraverso bruciature da contatto con gelidi metalli dopo essere stati immersi in azoto liquido, allora la missione è andata a buon fine. Il glitch spesso da l'impressione di essere caotico, suoni buttati lì per gioco, qui invece ha sempre una sua regolarità, nonostante in Les Yeux De Mezzanotte ho avuto la senszione di trovarmi rinchiuso dentro una sfera di cristallo pronta ad esplodere a causa di violente mazzate mentali.
Qui si mescolano e intersecano varie sfumature, a volte è asettico come una sala operatoria, altre è gelida come l'atmosfera di una astronave alla deriva, e prossima a varcare l'ingrezzo di un profondo buco nero galattico, e a volte si ha perfino la percezione di qualche flebile rintocco di campane e organi di cattedrali gotiche (Dessert).
Meno male che i frattali, i calcoli logaritmici e le curve elettrificate di Hours D’oeuvre trasmettono i giusti impulsi neuronali alla materia grigia, permettendo così un facile ingresso a questo alienante viaggio coast to coast fra microchip, altrimenti non riusciremmo a definire Tout Est Blu come un mélange fra l'istrionismo Nurse With Wound e i cocci di vetro rotti di Gregory Whithehead, o Prime Parole, Dernière Pensée considerala come l'unica traccia noise: esplosiva e abrasiva, una sorta di industrial rallentato, qualcosa tipo Annex Organon degli Aufgehoben.

Diciamolo subito, per i non avvezzi a queste sonorità Blu Deux può sembrare urticante, ma se prima ascoltate The Twilight Tone di Moon Ra - finora l'unico lavoro di Marie_e_le_Rose con cui il condominio è stato messo in seria difficoltà - allora sarete più allenati alle numerose variazioni sul tema della nostra artista italiana, il che è positivo, perchè così ci da modo di scrivere 'in modo diverso'. Tuttavia non significa che è un ascolto facile, ma non è nemmeno una tortura; sì, perchè i suoni, soprattutto quelli che fanno da tappeto, sono ultra rarefatti, talvolta perfino impercettibili che ecco giustificato il trademark di tutte le sue produzioni: for a better performance we recommend listening with a great pair of headphones!

Come al solito ottima la scelta della cover. Andando a ritroso troviamo Giuseppe Cordaro aka Con_Cetta, Nicola Corti, Giulio Aldinuci e ora Philippe Lamy, per cui la domanda è spontanea: a quando una collaborazione tutta al femminile?

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