- Den Arkaiska Rösten, O▲ -
... da una mia vecchia recensione per la webzine The New Noise.
Il progetto nasce nel 2010, ma è dalla performance live dell’anno dopo – tenuta al Fylkingen – che gli svedesi Per Åhlund and Girilal Baars si manifestano al pubblico con lo pseudonimo Den Arkaiska Rösten (in italiano: “la voce arcaica”).
L’esibizione non è passata inosservata, tanto che il tenebroso Thomas Ekelund (Trepaneringsritualen
e titolare della Beläten) acquisisce la registrazione, li inserisce nel
proprio catalogo runico e infine pubblica una cassetta dal titolo
geometrico: O▲ (cerchio/triangolo). Nella loro proposta sonora,
finemente incentrata sulla sacralità della voce e su drone
extraterrestri, possiamo trovare elementi di circolarità simbolistica
Ouroboros (religione, magia, esoterismo, cropcircle, peyote), ma anche
cabalistici Ain Soph (inteso come il nulla senza fine) saturi di
invisibile materia oscura, stargate e stati allucinatori da pandorum (la
sindrome orbitale disfunzionale). I riferimenti più prossimi – se
proprio vogliamo cercarli – sono quegli spostati sacerdoti russi dei Phurpa,
magari meno rituali. L’incenso cede il posto alla polvere spaziale e
l’infinita luminosità stellare si sostituisce a quelle delle candele
accese. La differenza sostanziale però sta nel solo uso dell’elettronica
(i Phurpa si servono soprattutto di strumentazione tradizionale
proveniente dal Tibet) e nella manipolazione della voce, meno gutturale
ma più aliena e haunted. Da tutto ciò ne derivano due tracce
dark ambient intense e inquiete, dalle pulsazioni industrial e dalle
atmosfere opprimenti e metalliche.
Gli interminabili e mistici ascolti
degli incappucciati russi – citando una famosa battuta da un film di
Indiana Jones – sono una trasmittente per parlare con Dio. La voce
arcaica del duo svedese, oltre che essere meno ostica, invece, è una
ricerca cosmica: lancia un messaggio subliminale e spirituale
nell’oltreverso alla ricerca di altre forme di vita (si spera più
intelligenti), in modo tale che siano gli stessi omini verdi a cercare
di stabilire una comunicazione, attraverso una sorta di abduzione
psichica. E noi stupidi che mandiamo in orbita immagini e suoni incisi
dentro il Voyager Golden Record…
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