Circa tre anni fa scrissi questa recensione per OndaRock. Lo split mi piacque molto e vi ricordo che (forse) ci sono ancora delle copie disponibile.
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“La ruggine è l’infermità mentale del ferro”.
- Ospedale Dei Suoni -
Una
sola definizione come suggerimento per quest’album: il malfunzionamento
del sistema nervoso centrale. Q.L.S. (Quinto Livello Sotterraneo) e
U.C.K. (Using A Cold Knife) sono due gruppi dell’area romana; durarono
il tempo necessario per pubblicare – nel 2009 – pochi brani, dimostrando
tutte le loro grandi potenzialità.
Riprese e rivalutate - da colui
che oggi conosciamo come Autocancrena, ma che un tempo era il
personaggio oscuro che si nascondeva dietro U.C.K. - alcune canzoni
finiscono per comporre questo splendido “Split” in edizione ultra
limitata (30 copie).
È un vero peccato che queste band siano
sparite nel giro di un solo anno, ma d’altronde queste tipologie di
sonorità, che intrecciano l’industrial col noise, hanno vissuto sempre
nell’oscurità più totale. Entrambe le band hanno attitudini post-punk
stile Bauhaus più malati (“Double Dare”), e nelle sei tracce corrosive e distorte c’è del marcio e putrido.
È industrial a tutti gli effetti. C’è acciaieria pesante, stridore di ferro, odore di ruggine e psicofrastuono
(“Piombo Fuso”); e se nei Q.L.S. a tratti sembra di ascoltare gli
industrialismi delle Officine Schwartz privati della loro parte tribale,
o gli strazianti deliri dei torinesi CCC CNC NCN, Using A Cold Knife,
invece, accentuando la componente metallico-industriale, vira verso cupe
barriere sonore al limite del noise-rock più estremo, alla Helmet (“I Am The Crowd”, “Head Of The Vermin”).
C’è alienazione e malessere sociale, parassiti e psichiatria. Ci sono le mole abrasive degli Einstürzende Neubauten, le dondolanti lamiere dei Die Tödliche Doris, e le affilate lame dei Last Few Days.
“Il
tuo volto nella putrefazione, nel velluto trovo la tua emozione, siamo
scivolati nel quinto livello sotterraneo”: ultima fermata dell’ascensore
per l’inferno. Un disco borderline, retrò ma attuale.
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