18 gennaio 2014

SACHIKO & RINJI FUKUOKA - Void [Musik Atlach, 2013]

- Sachiko & Rinji Fukuoka -

Seconda uscita del improvvisato duo nipponico. Titolo: "Void".


... e così anche Noi abbiamo improvvisato una specie di recensione e che (forse) a breve sarà pubblicata per OndaRock.
Non si capisce nulla, ma è quello che ci passava per la testa in quel momento. Leggete un pochino ... se vi va ...


L’età avanza e la memoria ormai vacilla. Nonostante “άTOMO∑” sia abbastanza recente nonché strepitoso, ho dovuto riascoltarlo per avere termini di comparazione, sfumature ed eventuali differenze con questa nuova uscita del nipponico duo Sachiko/Fukuoka.

 “Void” è la registrazione dal vivo che i due artisti tennero il 6 giugno 2011 presso lo Koenji ShowBoat di Tokyo; ciononostante ha come l’effetto di essere stata eseguita all’interno di una piccola gabbia di Faraday, mentre esternamente imperversano scariche elettriche da 20000 volts generate da giganteshe bobine di Tesla. Nessuna traccia di geometrie eteree, da oltretomba o riverberi da cattedrale gotica quindi, semmai presenta forme più rituali, accompagnate da tantriche voci, preghiere e invocazioni varie; in alcuni passaggi sembra quasi di ascoltare quelle lunghe note emesse dalle trombe tibetane.
I tremolii sono inseriti al momento giusto; il drone è sempre opprimente, pressante, metallico e cavernoso in alcuni istanti dei trenta minuti complessivi, ma soprattutto è elettrico.
Perché la scelta del titolo di questo disco è caduta su vuoto? Interessante argomento. La risposta si può (forse) trovare in due sole parole: elettricità statica. Avete presente, no? Dai, quell’accumulo di cariche elettriche così fastidioso che, se non ci si avvicina e se preso e considerato per il solo fenomeno, risulta innocuo e addirittura in un certo senso fa anche un pochino di tristezza.
Un banale, contorto e malatissimo discorso per scrivere che la statica è come quelle persone che, per loro natura, ritrovandosi ad essere sempre isolate e solitarie, sono altrettanto desiderose di donare e offrire tante gioie e pochi dolori: alla fin fine quel rilascio di elettricità è comunque un dare/ricevere, non siete d’accordo? Ecco da cosa deriva questa sensazione di into the void, ovvero: una sorta di attrazione.

A noi Sachiko continuerà a piacere quando oscilla fra l’etereo e il dannato – vedi “Hverfanda Hvél -, però questo secondo live, anche se inferiore al precedente, non dispiace poi così tanto.


Godetevi la performance in tutta la sue interezza e integrità.

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