- Sachiko & Rinji Fukuoka -
Seconda uscita del improvvisato duo nipponico. Titolo: "Void".
... e così anche Noi abbiamo improvvisato una specie di recensione e che (forse) a breve sarà pubblicata per OndaRock.
Non si capisce nulla, ma è quello che ci passava per la testa in quel momento. Leggete un pochino ... se vi va ...
L’età avanza e la memoria ormai vacilla. Nonostante “άTOMO∑”
sia abbastanza recente nonché strepitoso, ho dovuto riascoltarlo per
avere termini di comparazione, sfumature ed eventuali differenze con
questa nuova uscita del nipponico duo Sachiko/Fukuoka.
“Void”
è la registrazione dal vivo che i due artisti tennero il 6 giugno 2011 presso lo Koenji ShowBoat di Tokyo;
ciononostante ha come l’effetto di essere stata eseguita all’interno di
una piccola gabbia di Faraday, mentre esternamente imperversano scariche elettriche da 20000 volts generate da giganteshe bobine di Tesla. Nessuna traccia di geometrie eteree, da
oltretomba o riverberi da cattedrale gotica quindi, semmai presenta
forme più rituali, accompagnate da tantriche voci, preghiere e
invocazioni varie; in alcuni passaggi sembra quasi di ascoltare quelle
lunghe note emesse dalle trombe tibetane.
I tremolii sono inseriti
al momento giusto; il drone è sempre opprimente, pressante, metallico e
cavernoso in alcuni istanti dei trenta minuti complessivi, ma
soprattutto è elettrico.
Perché la scelta del titolo di questo disco è caduta su vuoto?
Interessante argomento. La risposta si può (forse) trovare in due sole
parole: elettricità statica. Avete presente, no? Dai, quell’accumulo di
cariche elettriche così fastidioso che, se non ci si avvicina e se preso
e considerato per il solo fenomeno, risulta innocuo e addirittura in un
certo senso fa anche un pochino di tristezza.
Un banale, contorto
e malatissimo discorso per scrivere che la statica è come quelle
persone che, per loro natura, ritrovandosi ad essere sempre isolate e solitarie, sono altrettanto desiderose di donare e offrire tante gioie e pochi dolori: alla fin fine quel
rilascio di elettricità è comunque un dare/ricevere, non siete
d’accordo? Ecco da cosa deriva questa sensazione di into the void, ovvero: una sorta di attrazione.
A noi Sachiko continuerà a piacere quando oscilla fra l’etereo e il dannato – vedi “Hverfanda Hvél -, però questo secondo live, anche se inferiore al precedente, non dispiace poi così tanto.
Godetevi la performance in tutta la sue interezza e integrità.
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