14 giugno 2013

TOMOKO SAUVAGE - Ombrophilia [Aposiopèse, 2012]

- Tomoko Sauvage -

... quello che fa con queste scodelline colme d'acqua è fenomenale. Ombrophila è stato per me una delle più belle scoperte dello scorso anno ...
ah! che ve lo dico a fare ... fanciulla giapponese trapiantata ormai da anni in quel di Parigi.

... vi lascio una specie di recensione di Ombrophilia che scrissi tempo fa ... 


Residente a Parigi da quasi un decennio ma nata e cresciuta a Yokohama, la dolce fanciulla giapponese Tomoko Miyata aka Sauvage è potenzialmente il nuovo volto artistico di musica d'avanguardia e sperimentale del Sol Levante. È bastata qualche traccia rilasciata nel 2008, giusto per scaldare gli animi e per farsi ovviamente conoscere, per convincere - appena l'anno seguente - l'etichetta indipendente either/OAR a puntare su di lei, facendole pubblicare quello che finora è l'unico album ufficiale intitolato "Ombrophilia".
Già, proprio così, "Ombrophilia" è un disco di qualche anno fa, e che passò inspiegabilmente inosservato. La neonata label franco/belga Aposiopèse, ristampandolo in vinile, lo ripropone sperando di ottenere un maggiore interesse di pubblico.

Se la musica sprigionata dai dronici rumori della più nota Sachiko manifesta caos e sensi di dolore interiore, le ammalianti note di Tomoko Sauvage, per contro, sono sempre semplici e lineari, in un certo senso rassicuranti e di rinascita spirituale.
La strumentazione utilizzata da Tomoko, quella che la porta a creare quelle sue piacevoli e avvolgenti performance sonore, è davvero particolare: attraverso lo sfregamento e le lievi percussioni di cucchiai di legno e fili metallici su vari set di ciotole di porcellana colme d'acqua ottiene svariate frequenze di rumori che, catturate da un idrofono posto in prossimità o in immersione, determinano quelle sensazioni di trovarsi realmente all'interno di una sacca di liquido amniotico.

È l'acqua, dunque, lo scenario principale, e se è vero che dove c'è acqua c'è vita - come ripetono da anni biologi e scienziati di vario tipo - bene, allora "Ombrophilia" è un disco vitale, sognante, pensieroso, meditativo e assai stimolante. Perché incuriosire e stuzzicare il cervello umano cercando acqua allo stato liquido e forme di vita laddove ci sono distese di aridi deserti quando in questo bel pianeta Terra ne abbiamo anche fin troppa e per lo più la sprechiamo? La risposta è in quest'album, ovvero come utilizzare al meglio la cosiddetta H2O.
L'abilità di Tomoko nel giocare con l'acqua, coi riflessi e le onde sonore che si propagano verso l'ambiente circostante, ti fanno chiudere gli occhi e tempo un attimo cominci a pensare a petali di fiori di loto che, portati da soffici folate di vento, si adagiano dolcemente sulle rive di un lago malinconicamente ghiacciato; a lacrime di rugiada invernale che cadono ad intermittenza su una marmorea e gotica lapide, ma anche a religiose cerimonie di meditazione di un tempio buddista arroccato tra le montagne del Tibet.

"Ombrophilia" è una sorta di rivisitazione moderna e orientale, ma soprattutto un omaggio allo Jalatarangam, lo strumento indiano composto di ciotole in ceramica o metallo sintonizzate con acqua. Sarebbe curioso indagare se la temperatura dell'acqua influenzi o modifichi le sonorità come accade per lo stato molecolare o per quelle sensazioni di caldo/freddo che si hanno sulla pelle. Accontentiamoci e non poniamoci altre domande, anche perché in periodi di crisi mondiale come questi ultimi anni l'uso dell'acqua calda è un lusso. 



2 commenti:

  1. Tempo fa vidi per caso un suo video rimanendone colpita, ma stupidamente non mi appuntai il nome, dimenticandomene dopo poco. Dopo mesi di sforzi mnemonici senza alcun successo, eccola riapparire qui....grazie, grazie, grazie!! :)
    una buona serata

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    1. ... uh! allora felice di averti rinfrescato la memoria :-)
      ciao

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