- Divergent Margins -
C'è troppo caldo e odio l'estate, quindi bisogna rimediare: o mi faccio criogenizzare fino in inverno oppure ascolto qualcosa che abbassi la temperatura corporea, e questo può accadere o con uno immediato spavento col fine di portare quella inutile massa di carne e ossa ad uno stato di (quasi) rigidità cadaverica oppure attraverso gelide cauterizzazioni noise provocate dall'atmosferico contatto con micro particelle di azoto liquido.
Ecco, probabilmente potrei anche terminare qui l'articolo riguardo il nuovo lavoro di Naxal Protocol (già storico performer anni Novanta con lo pseudonimo Cazzodio), questo perchè nelle sei tracce che compongono Divergent Margins c'è proprio quello che, appunto, è riportato appena sopra. Dai, tenendo conto che stiamo trattando una delle massime autorità italiane (e non solo) del palcoscenico industrial/noise, provo a scrivere, con estrema cautela, ancora due righe, consapevole del rischio che si corre in questo caso, che equivale ad una 'bestemmia mentre osservi la Sacra Sindone'.
La struttura (percussiva, monolitica) è quella che più colpisce, una sorta di ambientazione da film di fantascienza che si svolge in un buio e sperduto penitenziario orbitante tra gli anelli di Saturno (Post Colonial Gravitation Theory) dove i condannati sono costretti ai lavori forzati all'interno di un complesso industriale nel sottosuolo di Titano per l'estrazione di minerali altamente magnetici e ferrosi, e tutto ciò, crea una atmosfera assai metallica e industrial, vedi Digging The Ruins Of The Mind: fra tutte, la traccia che più ho gradito. Fantascientifico come approcio sonoro, inteso che oltrepassa la barriera dell'universo conosciuto, labirintico senza uscita, robotico e (spesso) caotico (Hollow Moon Theory), tutti ingrdienti positivi per anime inquiete, e con questo (forse) son riuscito anche ad interpretare l'interessante cover frontale che tanto ricorda alcune installazioni visive del nippo/svizzero Chiharu Shiota.
Numerose sono le copie in vendita, in cd, disponibili (se volete anche con una shirt) presso la Dusty Buddha Recordings.
Ecco, probabilmente potrei anche terminare qui l'articolo riguardo il nuovo lavoro di Naxal Protocol (già storico performer anni Novanta con lo pseudonimo Cazzodio), questo perchè nelle sei tracce che compongono Divergent Margins c'è proprio quello che, appunto, è riportato appena sopra. Dai, tenendo conto che stiamo trattando una delle massime autorità italiane (e non solo) del palcoscenico industrial/noise, provo a scrivere, con estrema cautela, ancora due righe, consapevole del rischio che si corre in questo caso, che equivale ad una 'bestemmia mentre osservi la Sacra Sindone'.
La struttura (percussiva, monolitica) è quella che più colpisce, una sorta di ambientazione da film di fantascienza che si svolge in un buio e sperduto penitenziario orbitante tra gli anelli di Saturno (Post Colonial Gravitation Theory) dove i condannati sono costretti ai lavori forzati all'interno di un complesso industriale nel sottosuolo di Titano per l'estrazione di minerali altamente magnetici e ferrosi, e tutto ciò, crea una atmosfera assai metallica e industrial, vedi Digging The Ruins Of The Mind: fra tutte, la traccia che più ho gradito. Fantascientifico come approcio sonoro, inteso che oltrepassa la barriera dell'universo conosciuto, labirintico senza uscita, robotico e (spesso) caotico (Hollow Moon Theory), tutti ingrdienti positivi per anime inquiete, e con questo (forse) son riuscito anche ad interpretare l'interessante cover frontale che tanto ricorda alcune installazioni visive del nippo/svizzero Chiharu Shiota.
Numerose sono le copie in vendita, in cd, disponibili (se volete anche con una shirt) presso la Dusty Buddha Recordings.
Comunque, ve lo scrivo solo nel finale: non so se sono stati i gatti durante l'ascolto con dei repentini agguati, sta di fatto che mi ritrovo graffi che prima non avevo.
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