8 dicembre 2018

MEANWHILE.IN.TEXAS / SUPERDAD [Mu, Sounds Against Humanity, 2018]

- Requiem. A Journey to Alpha Centauri / Ambient Sketches for Fearless Hearts - 

Dai, che ve lo dico a fare, ormai sappiamo tutti chi c'è dietro il moniker meanwhile.in.texas, quindi, siccome già altre volte è finito su queste desolate e desolanti pagine, questa volta non vi lascio nessun cenno biografico o discografico.
Fatta la premessa, ci tenevamo comunque a scrivere perlomeno due righe, di quelle senza senso, su altrettanti uscite in cassetta di molti mesi fa, perchè secondo me, prendendole una dopo l'altra hanno un filo logico e non solo temporaneo.

MEANWHILE.IN.TEXAS

Cominciamo con Requiem. A Journey to Alpha Centauri, uscito per la bolgnese MU Versatile Label in 50 copie e terzo capitolo della collana dedicata alla fantascienza (vedi cover Urania).

La partenza per un lungo viaggio, e direi anche con un inizio abbastanza movimentato e turbolento, chissà, forse è quell'efetto tagliente e distorto della chitarra di Sergio Albano
Comunque sia, quando una struttura (o astronave) fatta di lamiere sovrapposte, magari in lega di titanio, rame e alluminio viene interposta tra la finestra del tubo radiogeno (in questo Alpha Centauri) e l'oggetto da sottoporre a radiografia interstellare, si verifica quell'indurimento della radiazione che da origine a una riduzione di contrasto dell'immagine.
E' possibile controbilanciare tale fenomeno negativo attraverso l'impiego di filtri metallici posti appena dietro l'oggetto, in modo tale che assorba buona parte di quella radiazione che si disperde nel passaggio attraverso l'oggetto da esaminare (o raggiungere) dandogli più spinta nucleare.


SUPERDAD

Proseguiamo con Ambient Sketches for Fearless Hearts, un improvvisato (?) duo formato da, appunto, Angelo Guido e la giovanissima Annalisa Vetrugno. Cassetta limitata a soltanto 25 esemplari (mentre vi scrivo ne sono rimaste solo due) e rilasciata dalla etichetta di periferia torinese (sorrido) Sounds Against Humanity (leggasi su queste pagine Lithium Salt).

Per certi versi l'arrivo a destinazione, e direi anche un quieto atterraggio stellare. Daltronde, è come avere a portata di mano degli schermi intensificatori, visto che solo la poca radiazione oscura serve per impressionare la pellicola, la restante, passando attraverso il film non viene più utilizzata. Gli schermi al piombo, in particolare, quando colpiti da radazioni X o gamma, emettono elettroni cui la pellicola è sensibile. La scelta dello spessore dello schermo deve essere in funzione del gradi di durezza della radiazione utilizzata, faciltando così il percorso/passaggio di quella primaria, neutralizzando quasi del tutto la secondaria, che, avendo una lunghezza d'onda più ampia, è conseguentemente meno penetrante.

 
Ecco, più o meno questo è la sensazione che avevamo percepito e abbiamo confermato, ovvero radiazione cosmica, energia oscura intensificatrice, campi di forza magnetica e tanti rimandi a leghe metalliche: mi sembra abbastanza chiaro, o no?

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