- Marta Zapparoli -
Un pezzetto d'Italia che piace tanto. Vi lascio sotto l'articolo scritto da me per la webzine The New Noise. Buona lettura ... e se non capite qualcosa, tipo lastroni d'idrogeno condensato o fusioni rigenerative, chiedete pure, vedremo di svegliare qualche "ospite".
Eh, lo so, non vi
piacciono le storielle, ma qui se non raccontiamo, non scriviamo. Non ho molti
contatti, sia dal vivo, sia su social network, quindi mi tocca spulciare tra
gli amici degli amici. E così, leggendo un post di Musica Dispersa sulla
bacheca di LaMetàFisica (relativo ad uno streaming radiofonico), scopro e leggo
per la prima volta il nome di Marta
Zapparoli: giovane artista italiana con base da qualche anno a Berlino.
Microfono ad alta
sensibilità, idrofono, tape recorders, reel to reel machine, e tanta abilità nel creare, da semplici
rumori, quella gradevole formula chimica, altresì detta melodia. Catturare i
suoni ambientali di qualsiasi tipologia per poi storpiarli e manipolarli a
proprio piacimento è sempre stata una mia fissazione, anche perché sono lì,
gratis e alla portata di tutti. Non molto tempo fa, col mio scrauso Tascam e
cellulare sempre a portata di mano, provai a registrare tutto quello che
ritenevo interessante, per poi processarlo al computer. Ovviamente i (miei)
risultati furono scadenti, mentre la nostra Marta, che sa il fatto suo, in
questi trenta minuti di Chaotic Alterations (cassetta limitata pubblicata dalla
belga Idiosyncratics) ottiene risultati davvero ottimi, dimostrando ancora una
volta che si può fare musica sfruttando quello che offre la natura, cioè i
cosiddetti suoni primordiali,
come direbbe l’ospite buono che alberga nella mia testolina. Riesce a
trasformare i versi satanici dei pipistrelli (Kelelawar) di Dave Phillips in
api regine impazzite, una sorta di frastornante metamorfosi che provoca la
furia aggressiva degli insetti e che termina col suicidio di massa verso
barriere elettrificate. Nel frattempo, possiamo distrarci con macchine
tritaghiaccio che cavalcano lastroni di idrogeno condensato, pioggia acida
battente e correnti fluide ascensionali che squarciano il sottofondo drone
derivante dalla collisione di due comete. Qualche urlaccio straziante
conferisce un tono leggermente infernale, mentre una valanga di scontri di
utensileria da officina meccanica e fusioni rigenerative di metalli nobili di
un’acciaieria chiudono il nastro in chiave industrial-noise.
Non credo, ma se per caso questo scritto ha catturato la vostra attenzione, sappiate che in giro ci sono numerose tracce, sparse in altrettante netlabel e tutte da ascoltare. Da segnalare anche un interessante progetto parallelo, in cui i rumorismi di Marta Zapparoli s’intersecano con gli estremi e diabolici vocalizzi di Alessandra Eramo.
Non credo, ma se per caso questo scritto ha catturato la vostra attenzione, sappiate che in giro ci sono numerose tracce, sparse in altrettante netlabel e tutte da ascoltare. Da segnalare anche un interessante progetto parallelo, in cui i rumorismi di Marta Zapparoli s’intersecano con gli estremi e diabolici vocalizzi di Alessandra Eramo.
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