7 luglio 2013

KIM KI O - Grounds [Lentonia, 2013]

Due giovanissime fanciulle turche alle prese con sintetici e sognanti suoni al sapor di pistacchio e miele.

- Kim Ki O - 

Vi lascio la schiforece che ho da pochissimo scritto, nonché il video della canzone/tormentone di questa torrida estate torinese.


Qualche settimana indietro, l’ospite buono che risiede nella mia testolina malata si è un pochino arrabbiato. Alla sua domanda: ma perché non scrivi due righe su delle cosine che piacciono a me, e non solamente rumore inutile e osceno tanto amato da quegli altri due? Ha ragione, in fin dei conti anche lui ne ha diritto, e così ho provato a scrivere qualcosa sulle Kim Ki O: due graziose e dolci fanciulle provenienti dalla Turchia e attive già da qualche anno, Ekin Sanaç (synth e voce) e Berna Göl (basso e voce).

Dopo le autoproduzioni e brevi cassettine passate che lasciano intravedere molta potenzialità e bravura, finalmente giunge un bel dischetto synth-pop che non avrà nessuna difficoltà nel piazzarsi tra i migliori del genere in questo 2013. “Grounds” è il titolo dell’album, ed esce per la francese Lentonia in vinile e in cd.
È un lavoro breve: ma questo non è un gran problema, poiché dopo il primo ascolto ne seguirà un secondo, un terzo, un quarto e certamente molti altri ancora. È avvolto da una miriade di suoni sintetici allungati, fumosi e nebbiosi. Sono aumentati i beat percussivi e quelle sfumature malinconiche e sognanti, trovando così la giusta formula vincente – peraltro la stessa dei Death And Vanilla - nonché una splendida canzone/tormentone da hit parade estiva (“Insan Insan”).

Sparute tracce di residui post-punk e goth-rock (“Yanlis Yönde, Farkli Türde”) e poi tantissimo miele e zucchero di canna, tanto da sembrar quasi di gustare il miglior baklava d’Istanbul (“Siddet, Kin Ve Yük”).
Le parti vocali poi sono di una dolcezza indescrivibile: zuccherosa, ammaliante, perversa e sensuale quanto "La sposa turca"di Fatih Akin; chiudi gli occhi, e la prima immagine che passa in testa è quella di fluttuare indisturbato nel cielo come il giovane Peter Pan, saltellando spensierato fra una nuvola e l’altra.

Carissime Kim Ki O, continuate così, perché questa formula piace parecchio. Un disco che sarà gradito anche dai numerosi waver di provincia dal cuore tenero.


Buon ascolto!

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