Due giovanissime fanciulle turche alle prese con sintetici e sognanti suoni al sapor di pistacchio e miele.
- Kim Ki O -
Vi lascio la schiforece che ho da pochissimo scritto, nonché il video della canzone/tormentone di questa torrida estate torinese.
Qualche settimana indietro, l’ospite buono che risiede nella mia
testolina malata si è un pochino arrabbiato. Alla sua domanda: ma perché
non scrivi due righe su delle cosine che piacciono a me, e non
solamente rumore inutile e osceno tanto amato da quegli altri due? Ha
ragione, in fin dei conti anche lui ne ha diritto, e così ho provato a
scrivere qualcosa sulle Kim Ki O: due graziose e dolci fanciulle
provenienti dalla Turchia e attive già da qualche anno, Ekin Sanaç
(synth e voce) e Berna Göl (basso e voce).
Dopo le autoproduzioni
e brevi cassettine passate che lasciano intravedere molta potenzialità e
bravura, finalmente giunge un bel dischetto synth-pop che non avrà
nessuna difficoltà nel piazzarsi tra i migliori del genere in questo
2013. “Grounds” è il titolo dell’album, ed esce per la francese Lentonia
in vinile e in cd.
È un lavoro breve: ma questo non è un gran
problema, poiché dopo il primo ascolto ne seguirà un secondo, un terzo,
un quarto e certamente molti altri ancora. È avvolto da una miriade di
suoni sintetici allungati, fumosi e nebbiosi. Sono aumentati i beat
percussivi e quelle sfumature malinconiche e sognanti, trovando così la
giusta formula vincente – peraltro la stessa dei Death And Vanilla -
nonché una splendida canzone/tormentone da hit parade estiva (“Insan Insan”).
Sparute
tracce di residui post-punk e goth-rock (“Yanlis Yönde, Farkli Türde”) e
poi tantissimo miele e zucchero di canna, tanto da sembrar quasi di
gustare il miglior baklava d’Istanbul (“Siddet, Kin Ve Yük”).
Le parti vocali poi sono di una dolcezza indescrivibile: zuccherosa, ammaliante, perversa e sensuale quanto "La sposa turca"di
Fatih Akin; chiudi gli occhi, e la prima immagine che passa in testa è
quella di fluttuare indisturbato nel cielo come il giovane Peter Pan,
saltellando spensierato fra una nuvola e l’altra.
Carissime Kim Ki O, continuate così, perché questa formula piace parecchio. Un disco che sarà gradito anche dai numerosi waver di provincia dal cuore tenero.
Buon ascolto!
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