- Haiku -
Per la serie scriviamo due righe veloci.
Ieri è giunta una velina nel fatiscente scantinato, ovvero: un duo fiorentino dal nome Ranter's Groove, formato da Giuseppe Fantini e Niet F-n, peraltro co-fondatori della giovane etichetta Kaczynski Editions (dal famoso criminale americano Unabomber) per la quale esce, in formato cd, il nuovo lavoro Haiku (omaggio ai brevi scritti dell'artista giapponese Masaoka Shiki), seguito del precedente album Musica per Camaleonti.
Non conoscevo affatto né label né la band, ma siccome il violaceo condominio è assai curioso, dove avverte puzza di muffa e spore assassine che volteggiano nell'aria nell'attesa di infettare qualcuno, ci si butta dentro come quel bimbo che ha in mano un nuovo giocattolo appena comprato.
Seza alcun dubbio, l'arma vincente di Haiku sta nella brevità delle tracce (tutte intorno ai due minuti o poco più). Eh già, perchè se non si è predisposti allo strano impatto, è possibile che si abbandoni l'ascolto. Purtroppo per me, terminata la primo step non aspetti che arrivi il prossimo messaggio subliminale, dovuto perlopiù dai quasi impercettibili spettri vocali in lingua nipponica inseriti all'interno, come fossero una sorta di effetto domino mentale dal quale non puoi che uscirne soddisfatto ed euforico.
Lavoro oltremodo interessante: sedici dadaistiche pennellate d'autore, un collage di immagini tutto da svelare e con un'anima, a mio avviso, malinconica (vedi immagine realizzata da Daisuke Ichiba). Un affresco sfuggente e sbiadito - che non significa negativo, anzi - realizzato con estrema cura e infarcito con registazioni ambientali, grezze gratuggie industriali (queste piacciono un casino), musica concreta, interferenze radio, sottofondi eterei e chissà quanto altro. Il tasso di stranezza è alto, e questo è un bene. Non piace fare paragoni, ma per certi versi Haiku è come se incontrasse quella sorta di kitchen-folk sperimentale di Musica da Cucina o le varie registrazioni cittadine - fatte con un walkman - di Aki Onda presenti nella collana Voice Studies (My Dance The Skull, 2013).
Avete memorizzato? Mi auguro di sì, e buon ascolto.
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