29 marzo 2019

CAMERAOSCURA - Quod Est Inferius [Teschio Dischi_Toten Schwan, 2019]

- Quod Est Inferius -

''volevo morire...''

Non avevo ancora una produzione della Teschio Dischi, volevo dare un giudizione anche estetico sulle loro produzioni, e così ho preso l'edizione/estinzione limitata (10 copie in tutto).
Ne esco davvero soddisfatto, ottimo confezionamento, notevole qualità. L'album del duo cameraoscura (Marco Valenti, Eugenio Mazza) comunque è uscito anche in formato Cd per la Toten Schwan, ma qui, possedendo già alcune cosine, si va sul sicuro, e quindi: che ve lo scrivo a fa'.

Eh boh, l'ancestrale portone d'ingresso che permette di accedere al labirinto ormai è stato varcato. Già solo sfiorando il tape si percepiscono brividi di freddo, eppure il clima esterno è già mite. Gelo, geomterie aliene, profondità infernali e rituali martellanti, croci, sangue e chiodi arruginiti: oddio, se questo è l'inizio, mi sa che di luce ne vedrò davvero poca durante il viaggio (Atanor). Non si può tornare indietro, e suadenti tonalità meste e cupe che avvolgono l'atmosfera caliginosa, inibiscono il circuito neuronale come fossero una sorta di indelebili e anestetici tatuaggi (Admixio e Solve): due personalissimi biglietti da visita da ritirare all'uscita come ricordo di questa evocativa esperienza mentale. Poi, se metti insieme Desiderii Marginis e i Goblin è probabile che esca fuori un main-theme techno/dancefloor da regalare al nuovo film di Dario Argento o per serate acide e assassine in cattedrali gotiche abbadonate (Interitus). Attera, è sublime e subliminale, la traccia preferita: poco piu di tre minuti di invasiva vermicolarità, industrialosa e ruvida, bollente come la nera pece appena sfornata da una torre di raffinazione, corrosiva ed esplosiva quanto un acido forte che si mescola con della soda caustica. Lapidi e gli arcani e malinconici epitaffi scolpiti su lastroni di grafite nera di V.I.T.R.I.O.L. preannunciano i dolorosi colpi di frustate post-rock di Ultima Necat e l'imminente uscita dal labirinto e il ritorno alla luce...ahimè.

Si può dare di più cantavano tempo fa a Sanremo, ma comunque non male. Per gusti personali avrei preferito avvertire asfissia, tonnellate di vibrazioni che premono come avere una pressa meccanica sullo stomaco e più atomi di zolfo nell'aria tanto da rimanerci secchi stecchiti. Non avendo fatto nessun ascolto preliminare (mortacci loro, mi han fatto attendere quasi un mese... si scherza eh) e con tutto sto bordello di latino (che paraltro non conosco provenendo da studi meccanici et chimici) mi aspettavo di scendere giù in un pozzo profondo senza la possibilità di risalire, insomma qualcosa tipo monoliti dark-ambient scandinavi o rituali esoterici tanto cari alla Aural Hypnox, ed invece, purtroppo sono ancora vivo. Quod Est Inferius, pur mantenendo quella scenografia e soundtrack da giallo-horror, ha comunque divertito e distratto attraverso, appunto, la versatilità delle tracce. Insomma: ci sono minuscoli antri dove poter riprendere fiato e c'è perfino qualche lumicino acceso sparso nel tragitto che indica la direzione da seguire affinchè si possa uscire senza molte lacerazioni interiori da questi malvagi confini dell'ombra.

Detto ciò, cameraoscura tutto minuscolo e attaccato non si può vedere neh, brrrr... (sorriso).

''volevo morire,
ed invece...''