17 febbraio 2018

FRAGMENTS - A Musical Guide To Understand Mental Illness [Toten Schwan, 2018]

- Fragments -

«...ma l'arte la fanno i pazzi, i solitari e i dannati.
L'arte non viene mai dalla felicità»

Una volta una persona amica mi disse che le persone borderline, o meglio, quelle che manifestano sintomi da Disturbo della Personalità, sono capaci di riconoscersi anche a distanza semplicemente 'annusandosi', ecco, questa regola, per quel che mi riguarda, posso espanderla anche all'aspetto musicale. Dunque, se pensavate che il blog fosse morto vi sbagliavate, poiché il violaceo condominio HgM che lo gestisce, risorge ogni qualvolta sente l'odore di proposta sonora dall'elevato tasso di malattia.

Il lavoro in questione si chiama «A Musical Guide To Understand Mental Illness», ed è stato realizzato da una giovane ragazza bergamasca, di cui però non conosco il nome, ma che conosceremo attraverso lo pseudonimo di Fragments. Scrivere da un file scaricato non ci piace, preferiamo di gran lunga annusare l'odore del nastro magnetico, quindi, facendo finta di averlo fra le mani, cercheremo di approfondire ugualmente l'argomento. L'album - che dovrebbe essere rilasciato in tape per la Toten Schwan in edizione limitata - non ho ancora ben capito se uscirà o meno: diciamo che è una decisione altalenante quanto gli sbalzi repentini del mio umore giornaliero. 
Suddividendosi in due parti (Symptoms e Therapy), questo breve lavoro si contaddistinge per la tecnica esecutiva e per la ricerca e assemblaggio dei suoni, collocati sempre al momento opprtuno.
L'invasiva introduzione di «Impulsive And Often Dangerous Behaviours» anestetizza i circuiti neuronali attraverso una sorta di siringa monodose, iniettando nel fragile corpo un farmaco/veleno, che veicolato da massicce dosi di techno-industrial, finisce per ricordare certe aggressività della scena Ebm canadese di inizio anno Novanta. Dopodiché, una finta quiete, costruita su gelide parti ambient, cerca di prendere il sopravvento del sistema nervoso, venendo però ostacolato da barriere noise e accartocciamenti, che in qualità di ultimi e malandati anticorpi, combattono internamente fino alla fine contro quei sintomi derivanti dalla sopracitata malattia mentale.
La terapia, o almeno una delle tante, purtroppo si deve applicare. Terapia che però, ascoltando le tre tracce che la compongono, sembra risultare non adeguata o perlomeno non avere un effetto immediato, e nonostante sfumature (quasi) eteree e geometrie apparentemente distensive, l'organismo si oppone e si ribella al veleno attraverso urlacci, dolore, martellamenti industriali, escoriazioni e tribalismi voodoo, musicalmente parlando: come se i Test Dept, Die Form (quello tagliente di Sex By Force), 23 Skidoo e Het Zweet si fossero uniti per formare un insano e alienante supergruppo (vedi Insane Asylum).


Tempo dedicato alla scrittura, circa un'ora, non male, ma questo accade quando la 'cosa' è altamente interessante e piacevole per le mie ormai usurate orecchie. 
Speranzoso che questo lavoro esca ufficialmente, e in audiocassetta, sottolineo che per me è un gran bel debutto, consigliandovi altresì di dare un serio ascolto alle tracce precedenti (vedi Sublimazione), in quanto davvero notevoli anche quelle.


Dopo avervi scritto che l'autrice dedica le sei tracce a F., un ragazzo conosciuto in ospedale e poi suicidatosi, vi auguro un buon ascolto!